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On the road - Recensione

15/10/2012 | Recensioni |
On the road - Recensione

Se si parte dal presupposto che determinati capolavori della letteratura non andrebbero mai toccati, ne rivisitati, allora ci possiamo approcciare alla visione di On the road. Se si accantonano il pregiudizio e le paure di vedere uno dei libri capisaldi di un'intera generazione guastato da una pellicola che può risultare incompleta, il film in questione può risultare interessante.
On the road è tratto dalla "guida spirituale" che fu il libro di Jack Kerouac per la beat generation, un libro che narrava l'avventura su strada da una costa all'altra dell'America di Sal Paradise e Dean Moriarty, due giovani affannati e affamati di vita, sognatori alla continua ricerca di qualcosa, spinti dal continuo richiamo della strada. Come loro milioni di altri ragazzi in quel periodo cercavano un'identità, un modo per imporsi ed essere se stessi, fra jazz bar a San Francisco, alcool e perdizione, nascevano grandi storie, grandi sbornie e grandi capolavori letterari. Il libro di Kerouac non è cosa facile, come si è premesso, da trasporre cinematograficamente, è un libro articolato, estremizzato da racconti confusionari narrati dalla voce del protagonista, e scandito da brevi e fondamentali dialoghi, per il resto si snoda da un lato e l'altro del paese, con continui inserimenti di personaggi secondari. Alcuni di loro indispensabili per la storia, altri semplici comparse, come per esempio Kristen Stewart, il cui personaggio, Marylou, è molto più presente che nel libro. Il film di Walter Salles prova a ripercorrere le tappe fondamentali, e non deve essere stata cosa facile per lo sceneggiatore Jose Rivera, del viaggio dei due amici, inserendo e modificando alcuni fra gli amori di Dean, per dare un senso al trascorrere del tempo con precisi riferimenti, cercando di rendere più chiari i viaggi intrapresi attraverso le varie tappe. Ci ha provato Salles, a cui va il merito della scelta del perfetto cast; ottima infatti, l'interpretazione dei due protagonisti, Sam Riley e Garrett Hedlund, che impersonificano alla perfezione Sal e Dean, il regista è abituato ai road movie, essendo il filmaker del bellissimo I diari della motocicletta, ma questa volta il brasiliano non convince del tutto, chi si approccia alla visione di On the road senza aver letto il romanzo lo troverà a tratti vuoto, in altri confusionario, una storia che non scava nel profondo, che non fa emergere il dolore e la smania di un'America ancora a tratti rurale, vagabonda e disperata. Per chi invece è stato un amante del libro, il film risulterà essere incompleto e superficiale, bellissima la fotografia, i tramonti, le musiche di sottofondo e i colori, ma il mito della beat generation rimane su carta stampata. Prodotto dalla American Zoetrope, di Francis Ford Coppola e George Lucas, è uno di quei film che il regista italo americano ha cercato per anni di rappresentare, limitandosi poi a produrlo, presentandolo all'ultima kermesse di Cannes 2012, arriva ora nelle sale italiane. Sperando possa servire ad incuriosire molti giovani a leggere il libro.

Sonia Serafini

 


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